Durante la puntata odierna di Mattino 5 si è parlato anche di coronavirus, in particolare della protesta dei ristoratori lombardi di fronte al provvedimento che dispone il coprifuoco dalle 23:00 alle 5:00 fino al 13 novembre 2020. Dallo studio Francesco Vecchi ha dato la parola all’inviato della trasmissione, per capire quale sia lo stato d’animo di chi è titolare di un’attività ristoratrice a Milano e nel resto della regione.
La testimonianza della ristoratrice Giovanna
Il cronista di Mattino 5 si trovava in zona Navigli per raccogliere le testimonianze dei ristoratori. Tra quelli che hanno scelto di protestare contro la decisione di imporre il coprifuoco dalle ore 23:00 c’è anche Giovanna, a cui il giornalista Mediaset ha chiesto: “Quanto potrete resistere ancora, Giovanna?“. Ecco qual è stata la risposta della signora.
Ma molto poco, molto poco. Noi, tra le altre cose, sul Naviglio abbiamo degli affitti molto alti. I padroni di casa ci possono concedere dei rinvii, ma poi quei soldi li vogliono, per questo motivo non potremo andare avanti tanto. Stiamo utilizzando delle nostre risorse al momento, anche perché abbiamo dei dipendenti che hanno bambini, hanno famiglie, con due figli: cosa facciamo, li mandiamo a casa tutti? Io adesso apro alle 18 di sera e devo chiudere alle 22:30, cosa gli faccio fare 4 ore? Quindi cosa vuol dire? Dimezzargli uno stipendio. Come fa una persona a vivere così?
Qui sotto il video della ristoratrice milanese, preoccupata come tutti delle conseguenze drammatiche che le nuove misure restrittive scelte da governo e Regione Lombardia potrebbero avere sulle loro attività e sulle vite dei dipendenti.
Tornano in piazza i ristoratori "Il #covid ci ha messo in ginocchio, il #coprifuoco è la nostra fine"
In diretta da Milano la rabbia dei ristoratori lombardi#Mattino5 pic.twitter.com/8N2Ke6ooaY
— Mattino5 (@mattino5) October 22, 2020
Pochi istanti dopo, dallo studio il conduttore Francesco Vecchi ha mostrato le immagini di Piazza Duomo a Milano praticamente deserta, diretta testimonianza di come i cittadini del capoluogo meneghino abbiano di nuovo paura del coronavirus e temano di tornare ai mesi più più di marzo e aprile, quando l’Italia era in lockdown.
Anche ieri, la Lombardia è stata la regione che ha contato il maggior numero di casi positivi (quattromila) rispetto alle altre Regioni, con un’incidenza di circa l’11% tra tamponi effettuati (36mila) e positivi.
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