Siamo da poco entrati nel 2021, ma le domande sul nuovo DVB-T2 aumentano giorno dopo giorno. Numerose famiglie si stanno chiedendo se devono cambiare il loro apparecchio per continuare a vedere i programmi alla televisione, e soprattutto quando dovranno adeguarsi al cambio stabilito dal ministero dello Sviluppo economico.
In questo articolo spiegheremo cos’è e quando avverrà il passaggio al DVB-T2, in modo da rispondere a due dei quesiti più frequenti posti dagli italiani in quest’ultimo periodo.
Cosa significa DVB-T2?
DVB-T2 è l’acronimo di Digital Video Broadcasting, con il suffisso T2 a indicare la seconda generazione (più precisamente Second Generation Terrestrial). Dunque, la sigla DVB-T2 indica il nuovo digitale terrestre, attraverso cui verranno trasmessi i programmi TV a partire da una data prestabilita.
Dovranno adeguarsi tutte le emittenti presenti oggi nella lista dei canali televisivi: se ci avete fatto caso, alcune di loro stanno già mandando in onda uno o più spot pubblicitari per informare i telespettatori del prossimo switch-off, in modo che quest’ultimi siano preparati per quando il cambio sarà definitivo. Nel corso delle prossime settimane ci si attende anche un intervento in prima persona del Governo, nello specifico della figura del ministero dello Sviluppo economico, che segue da vicino l’iter in oggetto.
Cosa cambia con il DVB-T2?
In concreto, il passaggio dal DVB al DVB-T2 implicherà la possibilità di mandare in onda contenuti più performanti dal punto di vista della risoluzione (fino all’8K), ma anche di trasmettere un segnale più pulito. A tal proposito, specifichiamo che godranno di notevoli benefici tutte quelle persone che fino ad oggi hanno avuto dei problemi di ricezione dell’antenna, a causa dell’elevata distanza tra la stessa antenna e il ricevitore.
Un’altra variazione significativa apportata dal nuovo standard del digitale terrestre ha per oggetto il supporto al Multiple input-Multiple output (Mi-Mo): di conseguenza, il televisore sarà ora in grado di gestire più flussi di dati sia in entrata che in uscita.
Volendo poi entrare in dettagli di natura più tecnica, lo switch-off al DVB di nuova generazione comporterà l’abbandono progressivo delle frequenze della banda 700 MHz in favore di altre porzioni di spettro. Non si tratta di un dettaglio secondario, in quanto la liberazione di queste frequenze permetterà allo Stato italiano di implementare il 5G su larga scala. Alla luce di ciò, è possibile affermare come tale cambio sia in qualche modo “obbligato”.
Quando si passa al DVB-T2?
Detto questo, rispondiamo ora a un’altra delle domande più frequenti poste in rete dagli utenti che da tempo si interessano alla questione: quando entrerà ufficialmente in vigore la nuova modalità di ricezione DVB-T2?
Il passaggio al DVB-T2, previsto per il 30 giugno 2022, slitta di sei mesi, a partire dall’1 gennaio 2023. È l’effetto della proroga sul passaggio dalla codifica in Mpeg2 a quella in Mpeg4, originariamente fissato per il 1° settembre e rinviato a non prima del 15 ottobre di quest’anno.
Per quanto riguarda il passaggio a Mpeg4, si tratta formalmente ancora di un invito, dal momento che manca il provvedimento che renda obbligatorio lo spegnimento del Mpeg2.
Secondo le ultime indiscrezioni, tale misura sarà adottata entro la fine del 2021: ciò significa che per Rai e Mediaset, e le altre emittenti televisive, il passaggio obbligatorio a Mpeg4 slitta direttamente al 2022.
Sempre in relazione alla nuova codifica in Mpeg4, a partire dal prossimo 15 ottobre Rai e Mediaset potrebbero anticipare – sempre su base volontaria – il passaggio per i canali meno noti. Per tutti gli altri, invece, il riferimento temporale va da gennaio a marzo 2022, stando alle ultime dichiarazioni di Confindustria Radio TV.
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