Dopo svariati rinvii, il 28 agosto segna l’inizio della transizione al nuovo standard tecnologico DVB-T2 per la trasmissione dei canali TV nel digitale terrestre. Questa evoluzione comporterà un notevole potenziamento dell’esperienza visiva per gli utenti, con un generale miglioramento della qualità dell’immagine e possibilità di visione in alta definizione. Per fruire dei nuovi canali sarà necessario essere in possesso di un decoder compatibile con lo standard DVB-T2. Questa transizione è anche legata al refarming delle frequenze televisive, destinate ad ospitare i servizi di telefonia mobile che richiedono una maggiore larghezza di banda.

Transizione al nuovo standard DVB-T2

La migrazione al nuovo standard comporterà un evidente miglioramento nell’esperienza visiva. La qualità dell’immagine sarà superiore. Chi possiede una tv compatibile potrà vedere i canali in alta definizione (HD) e, in futuro, anche in 4K. Inoltre, gli utenti che lamentavano problemi di interferenze, vedranno un miglioramento della situazione e una maggiore stabilità nella trasmissione.

Si comincia con la RAI, in quanto servizio pubblico, la quale inaugura la trasmissione esclusiva in tecnologia DVB-T2 per i seguenti canali:

– Rai Storia
– Rai Scuola
– Rai Radio 2 Visual

Nel frattempo, i canali elencati di seguito saranno disponibili sia con il vecchio standard DVB-T che con la nuova tecnologia DVB-T2:

– Rai 1 HD
– Rai 2 HD
– Rai 3 HD nazionale
– Rai 4 HD
– Rai News 24 HD
– Rai Premium HD

Chi non deve cambiare TV o acquistare un decoder

Se avete acquistato un televisore dopo il 22 Dicembre 2018, non dovrete fare altro che una sincronizzazione dei canali. Gli apparecchi, inizialmente compatibili con lo standard DVB-T, sono automaticamente compatibili anche con la generazione successiva. I venditori, infatti, erano già obbligati a vendere da quella data dispositivi capaci di supportare il nuovo standard DVB-T2 e la codifica video HEVC.

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La ragione alla base di questa transizione è d’ordine tecnico. Le frequenze usate per le trasmissioni televisive saranno reindirizzate (refarming) verso i servizi di telefonia mobile. Infatti, la necessità di connettività 4G e 5G sta crescendo a dismisura, richiedendo una maggiore larghezza di banda per un funzionamento ottimale.

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