La nuova serie Django è stata presentata alla Festa del Cinema di Roma per la nuova produzione internazionale originale Sky dal regista e il cast. Parliamo di una favola nera che concilia tradizione e contemporaneità per un risultato inusuale e inaspettato: raccontare, tra passato e presente, la società odierna nel western. I maggiori esponenti sono, invece: Francesca Comencini, Matthias Schoenaerts e Noomi Rapace.
Django, la nuova serie originale Sky
Sappiamo bene che sotto il nome Django si figurano diversi film, tra cui l’originale del 1966 diretto da Sergio Cobucci. Quest’ultimo ha avuto un sequel negli anni ‘80, a cui ha fatto seguito ulteriori progetti interpretati da molteplici attori tra cui Quentin Tarantino, Clint Eastwood e nei capolavori di Sergio Leone e Franco Nero. Parliamo delle figure più importanti del genere degli spaghetti western che viene continuamente reinventato e rinarrato proprio come proposto da Sky, Cattleya e Canal+. Una versione recente che, questa volta, è stata pensata per un formato televisivo rendendola unica in partenza. A tal proposito, nel corso della Festa del Cinema di Roma sono intervenuti la regista Francesca Comencini, i protagonisti Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace, Lisa Vicari, i produttori e gli sceneggiatori Leonardo Fasoli, Maddalena Ravaglia e Max Hurwitz, ecco cosa hanno rivelato.
Le dichiarazioni della regista e del cast
La regista Francesca Comencini, figlia d’arte e filmmaker, ha subito evidenziato l’importanza del genere in questo modo:
“I Western anni ’60-’70, americani o italiani, erano tutti film di rivolta, con protagonisti e storie refrattarie al potere. Un grande racconto sotto forma di favola nera per adulti in grado di parlare di quei tempi indomiti. Io almeno così li vedevo e per questo hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione cinematografica e personale, da ragazza ribelle”.
E sul fatto di come riproporre tutto parlando dei nostri tempi ha replicato:
“Nel rispettare e omaggiare la tradizione abbiamo cercato di parlare al nostro tempo, inserendo una parte di modernità utilizzando questo sogno di cinema smisurato del western per dare ad esempio un importante protagonisti ai personaggi femminili, sia in chiave positiva che cercando di raccontare una nuova tipologia di antieroe”.
Parlando di Elizabeth, invece, rivela:
“Nella prima chiamata via Zoom, Francesca mi ha subito detto cosa voleva esplorare con questo personaggio, aprendo numerose possibilità sulla creazione della sua personalità così distorta. Abbiamo iniziato a scavare a fondo nella sua interiorità per comprendere che tipo di persona fosse, essendo guidata da rabbia, odio e risentimento, e abbiamo scoperto la sua superficie cattiva ma un intimo molto più complesso. Il processo è stato estremamente collaborativo e ho davvero amato portare in vita Elizabeth”.