Lo sciopero dei dipendenti Rai a settembre potrebbe causare rischi sulla regolare programmazione di alcune trasmissioni o, addirittura, la slittamento della loro data di inizio.
Sembra non esserci pace per la tv di Stato in quest’ultimo periodo. C’è già stata una maxi astensione dal lavoro dei dipendenti ed è durata esattamente un mese: dal 28 giugno al 28 luglio. Purtroppo, però, sembrano non arrivare buone notizie da quel fronte. Parrebbe, infatti, che i dipendenti Rai sciopereranno ancora dal 23 agosto al 14 settembre 2021, e questo potrebbe causare dei danni ai programmi indicati nei palinsesti autunnali che prenderanno il via proprio in quel periodo.
Sciopero dipendenti Rai a settembre: quali sono i programmi di Rai Uno a rischio
Lunedì 13 settembre dovrebbero partire diverse trasmissioni che tengono compagnia al pubblico del piccolo schermo ormai da anni. Lo sciopero dei dipendenti Rai, però, potrebbe intaccare la ripartenza della programmazione di Rai Uno.
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In quella giornata, nello specifico, è previsto il ritorno di Storie Italiane con Eleonora Daniele, di È Sempre Mezzogiorno condotto da Antonella Clerici, previsto proprio dopo il programma della Daniele, di Oggi è un altro Giorno guidato da Serena Bortone subito dopo il Tg1, e lo stesso discorso potrebbe valere anche per Uno Mattina, che anticipa tutte le trasmissioni sopracitate.
Non è ancora chiaro cosa abbia intenzione di fare il direttore di Rai 1 Stefano Coletta. Resta da capire, infatti, se i vertici del servizio pubblico apporteranno delle modifiche al palinsesto o se, invece, lo sciopero non andrà a intaccare il regolare svolgimento dei programmi. Quello che sembra essere certo è che La Vita in Diretta non avrà alcun problema. Sciopero o non sciopero, infatti, la trasmissione di Alberto Matano riprenderà un giorno dopo rispetto alle altre, il 14 settembre.
Perché i dipendenti Rai scioperano?
I dipendenti Rai scioperano perché vorrebbero maggiori tutele sul lavoro e, tra tutte, spuntano alcune casistiche particolari. Continuano a persistere, infatti, i motivi che hanno dato il là alle precedenti mobilitazioni, come ad esempio la tutela del lavoro in modalità smart working, il rilancio della produzione TV e radio con investimenti tecnologici, l’incremento di personale per ridurre il ricorso agli appalti, e la valorizzazione delle professionalità interne.
In passato si era parlato, inoltre, di rilanciare le sedi regionali, di investire in formazione su diversi profili professionali, e ridurre alcuni costi aziendali, come le locazioni dei locali esterni.