Ormai si può dire che le parole di Papa Francesco siano entrate nella Storia. In un documentario uscito qualche giorno fa e presentato alla Festa di Roma, infatti, il Papa si è detto favorevole alle unioni civili tra coppie omosessuali. Un discorso che ha fatto tremare molti omofobi e gioire tutti gli altri. Quanto ha dichiarato è stato commentato anche da Paolo Brosio, ma ci arriveremo più avanti. Le sue parole sono state riportate da diverse testate giornalistiche e tra queste troviamo anche La Repubblica. Questo quello che ha affermato:
Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo.
Bisogna specificare che da ormai quattro anni le unioni civili sono legge, ma non sono legalmente equiparabili a un matrimonio tradizionale. Infatti le coppie gay non hanno il diritto di adottare un bambino che sia orfano o figlio dell’altro partner. Insomma, la strada da fare è ancora tanta e non mancano le persone che sono contro a tutto questo. Uno tra i tanti, per esempio, è Paolo Brosio.
Paolo Brosio commenta le parole del Papa
Intervistato da Adnkronos, Paolo Brosio, il quale è stato colpito anche dal Coronavirus negli ultimi tempi, ha commentato le parole di Papa Francesco. Il suo discorso, molto discriminatorio, si concentra principalmente sull’adozione da parte delle coppie gay e sulla pratica dell’utero in affitto ritenuta, da lui, immorale. Ecco quanto ha detto:
Le Unioni Civili sono già disciplinate dal Codice Civile ma il Papa si deve pronunciare su una cosa molto importante: dal punto di vista legale le Unioni Civili devono essere equiparabili al matrimonio cristiano, alla famiglia naturale? Perché se fosse così allora sarebbe completamente diverso da quello che c’è scritto sul Vangelo, sull’Antico Testamento perché tutto è basato sulla procreazione.
Paolo Brosio, inoltre, ha sostenuto che sia giusto riconoscere i diritti agli omosessuali, ma le unioni civili non devono essere messe sullo stesso piano di un matrimonio tradizionale:
Si crea un’equiparazione legale tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali e i giudici potrebbero, in un riscorso ad esempio, concedere legalità alla così detta pratica della maternità surrogata e dell’utero in affitto. Questo avrebbe conseguenze deleterie dal punto di vista etico! La donna diventa una sorta di market delle nascite, una donna schiava a cui viene strappato il bambino appena partorisce, bambino che non vedrà mai più. Se questo è quello che vuole il Papa io rabbrividisco, ma conoscendolo non penso che sia così. E’ giusto riconoscere i diritti degli omosessuali, le unioni civili già esistono, ma non possono essere equiparate a un matrimonio tra uomo e donna. Il Papa lo deve dire sennò lo dico io! Se non viene detto il rischio è che le unioni civili diventino un trampolino per le alchimie della maternità surrogata.
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